Come sappiamo, fin dai tempi antichi, l'imboccatura è considerata un mezzo che applicato alla bocca del cavallo, serve per dare la possibilità al cavaliere di comunicare con l'animale, trasmettendo gli ordini con le mani. Funge da freno e da aiuto nell'indicare la direzione al cavallo stesso. Ve ne sono di tantissimi modelli, ma sono fondamentalmente riconducibili a due categorie:
A) il filetto: composto da un cannone snodato al centro, che viene appoggiato sulle barre e che preme sulla commessura delle labbra, e da due anelli portaredini ai lati del cannone. Ci possono anche essere due aste perpendicolari al cannone, in questo caso è chiamato "filetto a barre"
B) il morso: dotato di un cannone rigido, di due aste superiori che terminano con un occhiello a cui è collegato il montante, e di due aste inferiori, dette guardie, fornite di campanelle per le redini, di un barbozzale che passa sotto la mandibola e, a volte, di un falso barbozzale che unisce le due guardie.
e prendiamo in considerazione il teschio di un cavallo:
possiamo vdere che l'imboccatura agisce nello spazio tra lo "scaglione" e il "lupino", ne caso del filetto snodato, considerata l'imboccatura più dolce, agisce piegandosi quando il cavaliere tira le redini, andando a toccare il palato. Il cavallo perfettamente messo al lavoro si appoggia sull imboccatura mettendo la fronte perpendicolare al terreno e trasferendo parte del peso della testa nelle mani del cavaliere.
Ecco un esempio di filetto
Nel caso del morso rigido, l'azione avviene mediante le aste poste ai lati.
Generalmente queste imboccature sono considerate più severe, agiscono allo stesso modo del filetto, solo che le aste vanno a sollevare il ponte provocando più fastidio al cavallo. Nei casi estremi (ma anche nel dressage) è largamente utilizzato il morso insieme al filetto, in questo caso questo accoppiamento è chiamato "briglia".